X Edizione delle GRANDI VELE a Gaeta

09/07/2012

Partenza La partecipazione di Italia I-20 alla X Edizione delle “GRANDI VELE” a Gaeta, ha rappresentato, anche quest’anno, una passerella imperdibile nella categoria delle vele d’epoca. I trasferimenti di Italia nei posti di regata sono sempre un po’ movimentati, ma questo è lo spiritello “vintage” che accompagna la barca e che si è impossessato del caro Antonio Sisimbro per preservare integro nelle competizioni questo gioiello storico che, ancora oggi, riesce ad essere altamente performante.
Dopo una tappa ad Ischia, Infatti, l’equipaggio è riuscito a giungere all’agognata destinazione, Gaeta.

Lo scrivente ammette di aver perso una parte sostanziale del divertimento, aggregandosi solo nel tardo pomeriggio del venerdì, in cui è venuta a conoscenza che solo la sera prima era stata organizzata dai proprietari della nostra antagonista/amica, la barca Vega, una mega festa di benvenuto ai regatanti, in cui Italia è riuscita a farsi riconoscere grazie al “tuffo forzato” cui è stato sottoposto il povero Antonio.
Il primo giorno di regata Italia era riuscita a piazzarsi al 4° posto, risultato molto positivo, specie se si considera l’assenza giustificatissima del nostro skipper, Domenico Rivieccio, impegnato con l’evento della nascita del suo primogenito Luciano, della Prodiera Barbara Claps trasferitasi coraggiosamente nei mari spagnoli di Ibiza e del Jolly Paolo Breccia impegnato in un lungo viaggio in Africa. Solo grazie alla pazienza, all’esperienza dell’equipaggio superstite Luigi Stendardo, Paolo Mauro e Marco Funeroli, e a Carlo, cui vanno aggiunti i nomi degli altri presenti in barca come Antonella, Marina, il piccolo e sofferente Funeroli jr. Huma, il piccolo Stendardo jr. Matteo con il suo amichetto e la scrivente Assunta, che Italia ha avuto la possibilità di presenziare all’evento.

Il secondo giorno di regata non si è dimostrato clemente e, le condizioni di vento sotto i 20 nodi e l’equipaggio inesperto, non hanno per nulla giovato alla performance di Italia che con una grande partenza in pool position è riuscita a partire come una scheggia, sfiorando addirittura i 10 nodi di velocità. L’equipaggio da subito entusiasta della prestazione in atto, ha dovuto presto fare i conti con un vento difficile da gestire anche per le altre barche in regata, condizioni queste che per l’armatore, alla lunga, sono apparse controproducenti e rischiose per la stabilità di una barca già prossima al restauro in cantiere. Neppure un’andatura terzarolata è bastata a far calare l’animo inquieto e turbato di Antonio preoccupatissimo per un’ andatura troppo sostenuta. Nonostante il tentativo da parte dell’equipaggio di rassicurare l’armatore, onde evitare eccessivi danni, decide di calare la randa e finire la regata solo con il genoa olimpico.
Barche d'epoca in regata Inutile descrivere la delusione dell’equipaggio costretto ad ammettere la fine delle “Grandi Vele” alla seconda giornata. Di contro però, è risultato confortante sapere al rientro in porto, che poteva andare peggio visto che altre imbarcazioni avevano subito gravi danni durante la regata. Come ad esempio l’incidente/scontro avvenuto tra Vega e Capricia con la conseguente perdita dello strallo di poppa o la rottura della parte superiore dell’albero di Manta.
La terza giornata, nonostante una buona regata con ottime condizioni meteo, non sarebbe valsa però, come già noto, a recuperare quanto accaduto nella giornata precedente. Italia, molto sportivamente e da vecchia signora dei mari, con eleganza si è inchinata alla bravura della sua gemella Vega accogliendo sportivamente il secondo posto nella categoria delle vele d’epoca.

Vorrei aggiungere, come ultima arrivata su Italia che l’esperienza umana, per me nuovissima della trasferta con l’equipaggio di Italia è stata, così come nel perfetto spirito sportivo, la dimostrazione di quanto “lo sport, l’amicizia e il mare possano essere due grandi “collanti”. Ci tengo, infatti, con l’occasione a ringraziare tutto l’equipaggio e l’armatore per avermi accolta, nonostante l’inesperienza, in questa che per me è e sarà “NAVE – SCUOLA” per lo spirito di solidale di amicizia dimostratami, ma soprattutto per l’esperienza, la passione e lo spirito sportivo che i membri dell’equipaggio riescono a trasmettere a tutti coloro che si accingono a conoscere la barca Italia e la sua incredibile storia di mare.

ASSUNTA BUONO


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