Avventuroso XXV Trofeo isola d'Ischia

27/04/2010

Sabato problematico per gli organizzatori del trofeo che si sono visti stravolegere i piani per la quasi assenza di vento.
Il vento è stato latente già dalla partenza, ma viene comunque dato il via. Con molta fatica tutti gli equipaggi raggiungono il cancello al vento, mentre noi ce la caviamo bene anche con l'onda lunga che faceva impazzire le vele sospinte appena.
Siamo fra i primi del nostro gruppo e continuiamo a guadangnare su molti seguendo una scia che ci porta verso la costa appena a sud del castello Aragonese.
Arrivati con un bell'abbrivio a poche decine di metri dalle rocce viriamo e da lì in poi cominciamo, come già era accaduto ad alcune barche lì vicino, a dondolare senza logica in quella calma di vento. Esaurita l'inerzia infatti non riuscivamo più ad affrontare le onde che invece ci sospingevano all'indietro.
Mezzora di retromarcia basta a farci prende la triste decisione del ritiro mentre tutti intorno a noi nello stesso lasso di tempo rimanevano nelle stesse rispettive posizioni, ovvero con lo stesso problema.
Tutti ritirati dunque fra tutte le categorie in gara meno che due sole imbarcazioni.

Nella domenica tutti temevano che si replicasse ancora quello stato metereologico, ed invece dopo molta attesa un leggero vento ci permette di affrontare un bastone posizionato nel canale di Ischia.
Le cose si mettonno bene, partenza azzeccata ottenuta percorrendo l'intera linea di partenza con mure a dritta fino alla boa, da noi valutata come più alta nel vento rispetto alla barca giuria.
Tutte in fila le barche con stesse mura si dirigono verso la costa ischitana precludendo le une alle altre la possibilità di virare.
In questa posizione continuiamo nella nostra rotta tentando di avvantagiarci quel tanto che ci potesse consentire di cambiare bordo.
Finalmente viriamo e per magia attraversiamo l'intero gruppo come ad evidenziare e consolidare il nostro vantaggio su tutti.
...che emozione!
La regata procede con noi quasi isolati nella nostra scelta del percorrere un il lungo bordo verso il lato sinistro del bastone, passiamo la boa di bolina alti per erronea valutazione nel ritardare l'ultima virata, cosa che si rende comunque utile per far spazio all'imponente Desireé da noi ingaggiata internamente alla boa.

Montiamo lo spinnaker recuperando un errore di accavallamento caricabasso con spy, e procediamo bene fino alla boa di poppa dove succede l'impossibile...
Issiamo il genoa che con difficoltà sale su... Si era intrecciata infatti la drizza su sé stessa rendendo impossibile il completamento della manovra.
Tentiamo di ammainarlo... Niente! Non sale e non scende!
Intanto due barche senza scrupoli ci ingaggiavano senza darci spazio costringendoci alla strambata. La eseguiamo solamente con la randa poiché il genoa rendeva impossibile sia la caramella che il passaggio del tangone.
Tentiamo allora di ammainare lo spy ma questo a metà percorso si incattivisce nella crocetta più bassa dell'albero. Rischiamo di strapparlo. Con varie manovre tentiamo di liberarlo ma nulla...
Avevamo due vele a prua che non scendevano ed eravamo di bolina. Viriamo inavvertitamente e ci troviamo contromano sulla rotta di tutti quelli che ancora non avevano girato la boa!!!
Miracolosamente Antonio riesce a scansare tutti e a procedere di bolina con la sola randa manovrabile.
Marco trova la soluzione per lo spy. Lo riissiamo e sbloccandolo e quindi poi lo si buttarla giù.
Pochi secondi dopo Mimmo infila il banzigo mentre vede dal boccaporto di prua Barbara stremata e sdraiata sullo spinnaker. Issato arriva alla crocetta più alta, recupera tutta la drizza, la cala facendo attenzione che non oltrepassasse le crocette dal lato sbagliato, stacca la penna del genoa mantenendolo con una mano la svolge con l'altra, e solo al terzo tentativo riesce a riagganciarla. Quindi si issa completamente la vela e la si cazza. Viene calato giù il banzigo, sotto lo sguardo di molti avversari con il naso all'in su.

Esaltati per la riuscita della manovra di soccorso ci accorgiamo di aver perso solo poco più di un minuto rispetto alle barche che avevamo incrociato alla boa.
Procediamo questa volta lungo la costa ischitana dove il vento si era steso e ruotava favorevolmente aggevolando la risalita alla boa finale. Arriviamo entusiasmati dalla prova e scopriamo dopo poco che la nostra diretta rivale in classifica, Valentina era 4-5 minuti dietro di noi.
Come dice Antonio: "Abbiamo arrivati primi!!!"
Che successo!



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